Donazione di archivio privato dell’architetto leccese Beniamino Barletti a Archivio Storico

20 Maggio 2025
dettaglio di un volume dell'archivio privato di Beniamino Barletti

Nei prossimi mesi l’Archivio Storico del Comune di Lecce ospiterà l’archivio privato dell’architetto leccese Beniamino Barletti (1912-1994) , donato dagli eredi con l’intento che se ne possa garantirne la sua valorizzazione, un’adeguata conservazione e permettere alla comunità di consultare i documenti.
Risale infatti al 16 aprile scorso la deliberazione n. 167 con la quale la Giunta Comunale ha accettato la donazione dell’architetto Beniamino Barletti, una figura di spicco nel panorama dell’architettura contemporanea.

Il suo archivio è costituito dall’insieme dei progetti architettonici relativi a diversi beni, molti dei quali ricadenti nel territorio salentino e nella città di Lecce in particolare, oltre ad altra documentazione connessa alla sua attività professionale. E’ composto da tavole su lucidi, tavole su carta, relazioni, fotografie, disegni ed appunti.

Con questa operazione si aggiunge un tassello importante per la conoscenza della produzione e della creatività dell’architettura ed arte urbanistica contemporanea del nostro territorio. territorio.
A partire dal secondo dopoguerra , Barletti riveste in Puglia il ruolo di portavoce ed interprete della scuola architettonica romana, orientata ad una rivisitazione del classicismo in chiave di contemporaneità.

Laureato nel 1938 presso la Scuola Superiore di Architettura dell’Università La Sapienza di Roma, nei primi anni di attività professionale a Roma partecipa a diversi concorsi nazionali ottenendo riconoscimenti e premi, anche in collaborazione con giovani colleghi come gli architetti Cesare Ligini e Roberto Nicolini; in questi anni diversi suoi progetti sono pubblicati da riviste tecniche come Architettura, diretta da Marcello Piacentini e organo ufficiale del Sindacato Nazionale Fascista Architetti.
Tra il 1944 ed il 1945, anno in cui è eletto consigliere nel neo costituito Ordine degli architetti di Roma, partecipa al processo di riorganizzazione dei professionisti romani, dopo la liberazione della capitale da parte degli alleati.
Fon datore e membro del Comitato direttivo dell’Associazione per l’architettura organica, insieme a Bruno Zevi, nell’arco della sua lunga attività Barletti firma più di 150 progetti in vari settori di intervento in diverse regioni del meridione d’Italia.
Spesso è anche autore del disegno di interni per i suoi progetti di edifici residenziali e commerciali.
A Lecce e nel Salento molte di queste opere contribuiscono a delineare il volto nuovo della città degli anni Cinquanta e Sessanta, secondo un’idea che non vuole tranciare il legame con le architetture dei precedenti periodi, bensì stabilire un contatto diretto con il passato attraverso un linguaggio moderno.
Testimoni della fase produttiva più matura e tappe culminanti nella ricerca di un’idea di città, sono il Palazzo di Giustizia di Lecce (1966-69), in puro stile “brutalista” e vincitore di un concorso nazionale in collaborazione con protagonisti della scena romana come Gianfranco Caniggia, Cesare Ligini e Sergio Lenci e, negli stessi anni, il progetto dell’Auditorium Nino Rota a Bari.