Teatro Olografico

Un nuovo modo di scoprire la storia della città
Il Teatro Olografico è una spettacolare installazione tecnologica che consente di visualizzare immagini tridimensionali di persone, luoghi e oggetti sotto forma di ologrammi: apparizioni realistiche, quasi “da toccare”, rese possibili senza l’uso di visori. Una tecnologia immersiva progettata in collaborazione con l’architetto Francesco Gabellone, che affonda le sue radici nel principio del Pepper’s Ghost — una tecnica ottica ideata in Inghilterra nel XIX secolo e utilizzata nei teatri per far apparire fantasmi sul palco. Un raffinato gioco di riflessi che oggi torna a vivere, trasformandosi in un dispositivo narrativo capace di generare illusioni tridimensionali e restituire profondità alle storie.
La prima produzione da scoprire all’interno del Teatro è Preghiera alla Santa, un racconto nato da un appassionato lavoro corale che ha coinvolto professionisti di diversi ambiti: dalla ricerca documentaria curata con rigore e sensibilità dalla dott.ssa Giovanna Bino, alla regia di Salvatore Tramacere, fino alla produzione di Cantieri Teatrali Koreja.
Lo spettacolo restituisce un momento simbolico della storia cittadina: il passaggio del patronato da Sant’Irene a Sant’Oronzo, una vicenda densa di significati, i cui passaggi sono ancora oggi tracciabili nel Libro Rosso, custodito e consultabile presso l’Archivio.


Il Libro Rosso
Tra i documenti più preziosi dell’Archivio Storico di Lecce si conserva il Libro Rosso, una raccolta unica di atti e pergamene che raccontano oltre cinque secoli di storia cittadina.
Compilato per la prima volta nel 1510 da Giovan Battista Ferro, il Liber Rubeus riunisce privilegi, testamenti, franchigie, memorie civiche e atti provenienti da cancellerie angioine, aragonesi, spagnole, borboniche e pontificie. La sua copertina originaria, tinta di rosso porpora, ha dato il nome all’intera raccolta.
Compilato per la prima volta nel 1510 da Giovan Battista Ferro, il Liber Rubeus riunisce privilegi, testamenti, franchigie, memorie civiche e atti provenienti da cancellerie angioine, aragonesi, spagnole, borboniche e pontificie. La sua copertina originaria, tinta di rosso porpora, ha dato il nome all’intera raccolta.
In queste carte si legge la Lecce medievale e moderna: la devozione verso Sant’Oronzo, le donazioni per gli ospedali dei poveri, le fiere concesse dai sovrani, i diritti e i doveri della comunità.
Perso l’originale durante la Seconda guerra mondiale, la copia autentica conservata a Lecce ha oggi un valore inestimabile. È una memoria salvata, che continua a offrire strumenti fondamentali per conoscere, raccontare e custodire l’identità della città.
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